"PADRE, TUTTO E' POSSIBILE A TE"

Viaggio adolescenti del Decanato a Trieste

Ogni anno i ragazzi di terza media, al passaggio al gruppo adolescenti e entusiasti della forte esperienza fatta nei pellegrinaggi decanali a Roma e ad Assisi, chiedevano agli educatori di organizzare un’uscita decanale anche per le superiori. Se ne sentiva proprio il bisogno, perché le relazioni intessute potessero alimentarsi ancora una volta alla fonte dell’amicizia e della fraternità.
Ecco allora nascere l’idea di approfittare delle vacanze Natalizie per proporre una tre giorni adolescenti in visita ad una città.
Metà scelta Trieste.

Perché proprio Trieste?!? Perché Trieste è notoriamente una città di frontiera, un crocevia di popoli e di storia. Un luogo dove gli uomini e le donne hanno dovuto lottare per salvaguardare i valori della pace, della patria e hanno imparato a non avere paura della diversità.
Trieste è stata davvero maestra per gli adolescenti degli oratori della nostra città, che hanno avuto l’opportunità di visitare i luoghi della memoria, custodi degli eventi bui della storia, e di ascoltare la testimonianza di persone che nella sofferenza e nella persecuzione hanno donato la vita o saputo rialzarsi, certi che il male non ha mai l’ultima parola.

Il Mistero dell’Incarnazione appena celebrato dice proprio questo. Natale è l’annuncio di un fatto “incredibile”: non solo un Dio c’è, ma questo Dio si è fatto uomo, in un bambino, in Gesù di Nazareth. Non solo un Dio c’è, ma questo Dio non è lontano, non è chiuso nel suo cielo, non è indifferente a ciò che avviene sulla terra. Gesù ci ha mostrato il volto di un Dio che non ha avuto paura di prendere su di sé il male e darne un senso. Perché a Dio tutto è possibile.
Il Natale cristiano racconta questo evento che da venti secoli continua a stupire e a commuovere, che continua a “inquietare” la libertà degli uomini.

Abbiamo chiesto ad alcuni adolescenti di descrivere quello che hanno vissuto nei tre giorni a Trieste.
Arrivati a Trieste siamo andati alla Risiera di San Sabba, un grande complesso di edifici inizialmente dedicato alla pilatura del riso e poi utilizzato dai Nazisti come campo di prigionia provvisorio e di detenzione e eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Visitare questo luogo ci ha colpito perché ci ha permesso di intuire il dolore e la sofferenza provato dalle persone recluse. Ci siamo chiesti come sia stato possibile compiere atrocità simili. In silenzio abbiamo guardato i video delle testimonianze dei sopravvissuti, letto i diari, ascoltato le parole, visitato le piccole celle, la stanza della morte. Di fronte al mistero del dolore occorre stare e credere che anche lì dentro Dio è compagnia e salvezza.
Abbiamo avuto poi l'occasione di visitare il centro della città passeggiando sul lungomare e nelle caratteristiche vie triestine, concludendo il pomeriggio con la celebrazione della messa nella particolare chiesa in stile neoclassico di Sant'Antonio Taumaturgo. Nell’omelia, Don Simone ci ha proposto il racconto dell’impiccagione di un bambino a cui aveva dovuto assistere Elie Wiesel, deportato ad Auschwitz. Dio non offre ricette al male, ma la sua presenza. Dio era in quel bambino.
Dopo una cena abbondante in ostello siamo tornati verso il centro per ammirare la splendida Piazza Unità d'Italia addobbata per il periodo natalizio. Muri che tengono insieme gli eventi tragici della promulgazione delle leggi raziali e la riconquistata annessione all’Italia con lo sventolio del tricolore.
Il giorno seguente siamo andati a visitare la Foiba di Basovizza dove vennero giustiziate migliaia di persone nel periodo successivo alle Seconda Guerra Mondiale per mano del dittatore Tito. Una competente guida ci
ha illustrato la storia del periodo e del luogo suscitando in noi di nuovo domande sul senso del male che colpisce gli innocenti in modo cruento. Le foibe: un orrore tenuto nascosto per tanto tempo.
Dopo un pranzo libero in centro siamo andati a visitare il Castello di Miramare: quanta bellezza nelle sale interne e nei giardini affacciati sul mare!
Prima di cena abbiamo celebrato la messa dei santi innocenti martiri, nella Cattedrale di San Giusto, patrono di Trieste, posta alla sommità della collina che sovrasta la città. Don Alessandro, nell’omelia, ha invitato ciascuno a guardare alla presenza del male nella quotidianità della propria vita, nella consapevolezza che siamo chiamati a compiere piccole scelte coraggiose di bene, vincendo la pigrizia e la tentazione di accontentarsi.
L'ultimo giorno ci siamo recati alla Grotta Gigante. Dopo una discesa di 500 scalini davanti a noi è apparsa una moltitudine di stalattiti e stalagmiti, alcune dalla forma molto particolare. In questo contesto, accompagnati da una guida che ci ha spiegato la storia della Grotta siamo stati in grado di cogliere tutta la sua bellezza.
Nel pomeriggio siamo andati a visitare il Sacrario Redipuglia, che è il più grande Sacrario Militare italiano ed ospita le salme di oltre 100.000 caduti della Prima Guerra Mondiale.
Superata la tomba del comandante Duca d'Aosta, siamo saliti lungo i 22 gradoni contenenti le salme di quasi 40 mila caduti noti.
Arrivati in cima, abbiamo celebrato la messa nella cappella e visitato il museo del Sacrario. Il vangelo del giorno ci ha presentato il mistero dei trent’anni di Gesù a Nazareth. Don Andrea ha riletto i trenta anni di Nazareth come il tempo lungo grazie al quale Gesù ha imparato ad essere vero uomo e affidarsi al Padre. Un tempo lungo per rendersi conto che il male appartiene alla natura dell’uomo ed è dentro in ciascuno. Un tempo per imparare a sospendere il giudizio e abbandonarsi all’Amore di Dio che ci viene incontro e ci salva.
Visitare questo luogo ci ha fatti sentire più consapevoli di quello che è successo in quel periodo che troppo spesso dimentichiamo.

I tre giorni passati insieme si sono così conclusi. Ciò che abbiamo visto e toccato ci aiuta a guardare alla storia di oggi con meno superficialità e capendo che la pace dipende dalle scelte piccole di ciascuno. Siamo davvero contenti di questa esperienza decanale, che ci ha permesso anche di fare nuove amicizie con i ragazzi e le ragazze delle altre parrocchie di Sesto. Piccoli passi verso una fraternità allargata generatrici di una presenza in città che parla di accoglienza e di pace.

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