Dal Memoriale di Hiroshima, che sorge esattamente sul punto dove esplose la prima bomba atomica americana, il Papa ha tenuto un discorso in cui dice che è «immorale » non solo l’uso, ma anche il possesso delle armi nucleari. Uno Stato è riprovevole e moralmente condannabile non solo se sgancia una bomba atomica, ma anche se ce l’ha negli arsenali. Le bombe atomiche sono una minaccia che grava sull’esistenza dell’umanità.
Noi viviamo in un’epoca in cui non scoppia una guerra mondiale come quelle del Novecento perché tutti hanno paura, sanno che possono distruggere il nemico ma anche venire distrutti. E la distruzione non riguarda coloro che combattono, che invadono, che occupano, ma tutti: l’avvento delle armi nucleari mette l’umanità di fronte al pericolo della propria scomparsa.
Svaniscono i concetti di distruzione del nemico, occupazione del suo territorio, impianto della nostra storia dove c’era la sua storia, e subentra un altro concetto, totalmente nuovo nella storia militare e nella storia tout court dell’umanità: la distruzione totale, che è diversa dalla distruzione di massa. Distruzione di massa significa distruzione di quantità incalcolabili di vite umane, distruzione totale significa distruzione di tutta la vita, umana e non. Non solo delle vite che in questo momento vivono nella terra bombardata, ma anche delle vite che vi nasceranno domani e dopodomani.