Da anni diciamo, gridiamo in ogni modo che in Italia c’è una emergenza educativa. Insomma, siamo seduti su una bomba. Che non è il debito pubblico, è un debito ben maggiore. È la fatica, la difficoltà, il fallimento educativo che investe il nostro Paese, e di cui sembra ci si ricordi solo all’emergere di notizie orrende come la esistenza di chat (l’ambiente social di conversazione di gruppo) su cui adolescenti si scambiano tra l’incosciente e il perverso contenuti terribili a proposito dell’immenso crimine della Shoah, lo sterminio degli ebrei, cuore di tenebra della guerra nazista e razzista a ogni diversità. Fallimento educativo, sì. Lo gridiamo da anni, perché girando scuole e città vediamo una malattia che ha tre caratteristiche principali.
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