«Come si può pensare che questo golpe all’ecosistema, che ha violentato la vita delle persone che lì vivono, per costruire una centrale idroelettrica, di cui non abbiamo alcun bisogno, possa essere spacciata per sviluppo ed energia pulita?». Si alza chiara e forte la voce di Erwin Kräutler, vescovo prelato emerito di Xingu, quando parla della tragedia che colpito la sua diocesi: quella della diga di Belo Monte sul fiume Xingu, la seconda più grande centrale idroelettrica del Brasile e la quarta più grande nel mondo per capacità installata, che ha trasformato per sempre e distrutto l’ambiente e le popolazioni indigene e fluviali che vi abitavano.

Parla senza mezzi termini di “ecocidio”, di “peccati ecologici” a danno della Creazione il vescovo brasiliano nel briefing di ieri sul Sinodo per l’Amazzonia.

 

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