Valentina Alazraki racconta con don Luigi Ginami storie da tutto il mondo dove le vittime hanno avuto il coraggio di resistere al male: «Non un libro sulla violenza ma sulla capacità di andare avanti»
Juana e Valentina condividono la medesima appartenenza latinoamericana. Per il resto, le loro vite non potrebbero essere più diverse. Juana non si è mai mossa da Juli, minuscolo villaggio sulle rive peruviane del lago Titicaca. Là si è sposata due volte e per due volte è stata lasciata, ha sopportato le botte e le sevizie di uomini violenti, ha partorito i suoi sei figli e ne ha visto morire una, poco dopo la nascita. Il suo corpo riposa nello sterrato cosparso di erbacce di fronte alla baracca, fra i rifiuti dove circolano due grossi maiali neri. Valentina, messicana di nascita, è una vaticanista affermata. Vive e lavora a Roma come corrispondente di Televisa e ha girato il mondo, accompagnando centocinquanta volte Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ora Francesco nei loro pellegrinaggi internazionali. Non è mai stata, però, a Juli. L’incontro con Juana è avvenuto grazie a un uomo, Luigi Ginami, sacerdote bergamasco, che percorre in lungo e in largo il Sud del pianeta accendendo piccole luci di speranza con la Fondazione Santina.
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