Perché abbiamo bisogno di una 'nuova' teologia politica? La domanda è nata nel mio cuore e nella mia mente allorché ho constatato che, nel dibattito al Senato sulla crisi del governo giallo-verde, si sono evocati «simboli religiosi», con tanto di esibizione di rosari ed evocazione di una pagina evangelica, con il riferimento al nesso ’ndrangheta-superstizione, e ciò senza dover riprendere l’immaginetta di san Pio esposta dal premier vecchio e nuovo in una trasmissione televisiva, per non dire di iniziative come quella del sindaco leghista di Ferrara che ha acquistato qualche centinaio di crocifissi da installare nelle scuole. Qualche eco di queste evocazioni ha raggiunto il più recente dibattito parlamentare sulla fiducia al governo Conte Secondo. Se abbiamo assistito a questa irruzione del 'religioso' in politica, è perché, certamente con intenti strumentalizzanti, i politici intercettano aspetti inquietanti e diffusi di quel 'ritorno al sacro' di cui si parla da tempo.

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